la sorellanza

Oggi è il compleanno di una persona speciale. Lei, leggendo queste righe saprà che questi auguri sono per lei. Crescere insieme, quando le tue famiglie sono un po’ particolari, può dare luogo a tutta una serie di complicazioni che vanno al di là delle tue capacità di sbrogliare le matasse. Crescere insieme, quando spesso e volentieri le cose vanno storte, ti dà la possibilità di odiarti e amarti contemporaneamente, per poi decidere che amarsi è l’unica soluzione possibile, nonché quella migliore. Sapere di avere, sopra la propria testa, un porto sicuro a cui approdare, negli anni terribili e magnifici dell’adolescenza, è una certezza che non si deve dare per scontata, una garanzia di serenità che rende meno difficile qualsiasi cosa, anche la peggiore. Crescere insieme, passando da lanciarsi palline da tennis in faccia, sputarsi nei capelli, strattonarsi, a dormire nello stesso letto dopo aver guardato Beverly Hills il giovedì sera, confidarsi le intimità più agghiaccianti, scambiarsi i vestiti ogni giorno, pranzare e cenare insieme come se da quello dipendesse l’andamento della giornata, è quanto di meglio possa capitare ad una ragazzina di provincia. Sapere di poter contare su qualcuno che ha a cuore la tua felicità, è come avere un bastone tra le mani quando le tue gambe sembrano proprio non voler funzionare. Piangere lacrime amare davanti ad una tazza di camomilla annusando l’odore di casa tua, che in realtà non è veramente la tua ma è come se lo fosse, è come avere le chiavi di un paradiso sconosciuto, l’unico a cui vorresti fare ritorno, la sera. L’estate più calda, le finestre spalancate, la musica di Tozzi a palla, le scarpe abbandonate all’ingresso, le corse in bicicletta, gli appuntamenti ad orari stabiliti, le serate seduti sul marciapiede, a parlare di tutto e di nulla, le sigarette fumate a metà, di nascosto da occhi indiscreti, le litigate furenti, le giornate passate a sperare di sentire il campanello suonare, le riappacificazioni tra le lacrime trattenute a stento, le gite in motorino, in due, senza casco, i fidanzati, le magliette corte, i jeans della Levi’s, i ricordi d’infanzia, condivisi, gli zaini pieni di libri, la pasta con le polpette, la pastina senza sale, la sedia a dondolo di vimini, le sedute spiritiche che infondono un terrore senza pari, le prime bevute, le mamme che chiamano dal balcone, i primi lavori, la vita che ti allontana. Crescere insieme e perdersi di vista può essere la fine di un “amore”, perché così mi sento di chiamarlo. Crescere insieme e perdersi di vista è un naturale processo di vita che, in alcuni casi allontana anche dalla mente e dal cuore, in altri casi, in questo caso, nemmeno la lontananza e la non frequentazione riescono o sono riusciti a spezzare un filo che, seppure sottile e fatto di ricordi, resta impresso come un tatuaggio, indelebile e imprescindibile. Ci sono amicizie che si sfilacciano, che si sgretolano, come biscotti troppo cotti, altre, che resistono ai segni del tempo, ai capelli che sbiancano, ai figli che crescono, alle abitudini che si fanno differenti. Ci sono amicizie che sono sorellanze e che non risentono dei cambiamenti perché sono pagine di un libro che puoi sfogliare ogni giorno, una volta l’anno, ogni secondo, immutabili e sostanziose, un pezzo di qualcosa che fa e farà sempre parte di te, come un braccio, il naso, un dito del piede. Non puoi dimenticarti del tuo alluce, non puoi scordarti del tuo braccio, non puoi non vedere ogni giorno il tuo naso, allo specchio. Così sono queste amicizie, resistenti alle intemperie dell’esistenza, immortali, come i vampiri di Twilight. Per questo motivo, il 27 di maggio, non servono sveglie, appunti, non serve facebook, per ricordare che ci sei e che oggi, come ieri, siamo amiche, a dispetto di una vita che ha fatto il suo giusto corso. Perché quando conosci qualcuno da tanto tempo quanto stai al mondo (specificando che sei comunque più vecchia di me di qualche mese), un compleanno è una data che non ha bisogno di memory, ma solo di auguri speciali, come quelli che ci scambiavamo quando indossavo le tue magliette, quando abitavamo l’una sopra l’altra. La sorellanza non conosce luoghi, distanze, differenze, è lì, da sempre e per sempre, nonostante le palline da tennis negli occhi e gli sputi nei capelli. Auguri amica E. Buon quarantaduesimo compleanno.