Un tempo speciale che profuma di vento

A volte mi domando perchè non mi sbatta per fare un lavoro che mi piaccia di più, che mi soddisfi di più, che mi dia quel quid di cui avrei bisogno per essere davvero felice, del tutto. Ci sono giorni in cui questo pensiero diventa insistente e, a dirla tutta, mi sento sprecata, a fare quello che faccio, senza peccare di vanità, ma so bene di valere qualcosa in più e di poter fare qualcosa in più. Ma poi, in uno dei pomeriggi in cui scarrozzo i Puffi di qui e di lì ed ho la possibilità di passare del tempo con loro, mi torna alla mente il perchè. Perchè quando passeggio con PuffoPiccolo, chiacchierando con lui, un pò come fanno i grandi e un pò come fanno una mamma con il suo bambino, che bambino non è più, sento davvero il cuore che si riempie, di quel tempo di qualità che non baratterei con nient’altro. Passeggiare, fianco a fianco e parlare, fare discorsi complicati e chiacchiere anche inutili, con il vento che profuma di bello e il cielo che diventa scuro, è un’emozione che non ha pari. Sarò sentimentale, poco ambiziosa, sarò una tipica mamma chioccia mediterranea che fatica a staccarsi dal nido, ma quella sensazione lì, di confidenza e amore incondizionato, a me fa stare così bene che ogni sogno, ogni velleità, passa in secondo piano e sfuma, come sfumano le vecchie fotografie, lasciate a prendere polvere nelle scatole, in soffitta.

Quando sarò grande, mi ha detto stasera, mentre aspettavamo PuffoMedio con le quattro freccie abbarbicati in un parcheggio altamente abusivo, quando sarò grande, se sarò ricchissimo, ti comprerò una villa enorme, proprio vicina alla mia, con quattro maggiordomi, così non dovrai più sistemare niente e nemmeno cucinare, magari solo quando ne hai voglia ma senza essere obbligata a farlo sempre. Le case saranno grandi come due quarti del Parco di Monza, tutto il resto un giardino grandissimo, avrò quattro lupi, quattro orsi e una piscina per me e per i delfini, nella mia casa, ha continuato, ci sarà anche un campo da basket, un cinema e una sala dei videogiochi arcade, una cabina armadio enorme divisa in due parti, una per i vestiti e le scarpe e l’altra per tutte le divise da basket. Il sogno ad occhi aperti è continuato con mirabolanti desideri, alcuni possibili, altri decisamente utopistici, non è questo l’importante, l’importante è che in quel tempo, passato insieme, ci fossimo noi due e tutto quello che avevamo voglia di raccontarci. Un tempo speciale che vale più di una casa enorme, di una piscina con i delfini e persino di quattro maggiordomi. Un tempo speciale che mi rende felice, che riempie gli spazi vuoti dei desideri disattesi e che profuma di vento.