costringere o lasciar correre?

C’è sempre una domanda che mi frulla in testa , alla quale do sempre una risposta diversa. Quanto è giusto insistere, con i propri figli, relativamente all’argomento SPORT ? Nasco come poco sportiva, sposata ad un super sportivo, amante dello sport in genere, runner accanito al limite della maniacalità. Cresco e faccio ogni genere di fitness casalingo, divento una mezza runner, abbandono per avversità muscolari, mi reinvento amante dello yoga e mi trasformo in una indefessa praticante giornaliera di un’ora intensa di yoga-fitness. Ma, al di là di questo, resto convinta che, lo sport, debba essere, innanzitutto, fonte di piacere, di serenità, e, ancor più importante, debba essere praticato sì, con una certa costanza, ma senza mai sfociare nell’accanimento, nel PER FORZA, nel A TUTTI I COSTI. Ovviamente su questo argomento, così come su parecchi altri peraltro, io e GrandePuffo abbiamo opinioni diametralmente opposte e, se aggiungiamo l’aggravante della comunicazione univoca da parte dei Puffi, di eventuali richieste di esenzione (ovvero destinate esclusivamente alla Sottoscritta), ecco che si scatena l’Inferno vero e proprio. GrandePuffa, da qualche tempo, ha deciso che non le interessa più andare a pallavolo, complice la necessità di studiare di più, in questo rush finale dell’ultimo mese di scuola, ha iniziato a saltare qualche allenamento. La Sottoscritta, tenera e paziente, ha tenuto le parti della ginormica adolescente ricordandole che l’impegno, in ogni cosa e in ogni ambito, è la base della “serietà” di una persona e di un intento. Le ho inoltre specificato, tuttavia, come sia, in questo momento, nettamente prioritaria la buona riuscita scolastica, giustificando, agli occhi di GrandePuffo, la sua defezione continua agli allenamenti. Inizialmente motivata dalla necessità di studiare per questa e quella verifica/interrogazione, la malavoglia di GrandePuffa si è espansa, sino ad arrivare all’ammissione di colpa: a pallavolo non voglio andarci più. Domanda spontanea: la costringiamo ? rendiamo sgradevole un’attività che dovrebbe essere unicamente piacevole e soddisfacente ? Secondo il parere di GrandePuffo questa sarebbe la soluzione ottimale nonché l’unica applicabile. Secondo il mio parere, ovviamente, cacciare con la forza un’adolescente ad un allenamento è una forzatura che non porta ad alcun risultato positivo, anzi. Il discorso SI E’ PRESA UN IMPEGNO E DEVE PORTARLO A TERMINE, fila alla perfezione, lo ammetto, ne sono cosciente e lo applico in qualsiasi altro ambito (corso animatori oratorio, scuola, ginnastica correttiva, appuntamenti vari..), ma in questo caso specifico, per quello che concerne una ragazzina della sua età, sono dell’idea che VOLENTE o NIENTE sia la soluzione migliore. PuffoPiccolo, sportivo ad oltranza e appassionato persino di badminton, in mancanza d’altro, baskettaro prima, ansioso e negativo ma mai disertore, rugbysta ora, con accentuarsi dell’ansia da prestazione e del panico da urto e contusione, ieri pomeriggio ha millantato un mal di pancia gravissimo, correlato di lacrime convincenti. All’uscita di scuola, con la mano destra sulla pancia alla Bonaparte de noantri, l’espressione del 2 novembre scolpita in faccia e lacrime copiose a rigargli le guanciotte, ha dichiarato di essere affetto da un grave mal di pancia, cacca molle e malessere generale. Effettivamente un pelino pallidino ha convinto la Sottoscritto di non essere particolarmente in forma, nonostante ci fosse in ballo un allenamento di rugby inaspettato con quelli del 2007, allenamento che lo lasciava perplesso da giorni, non rientrando nella norma a cui ha fatto il callo. Notoriamente rigido e affezionato alle consuetudini, a parer mio, questo allenamento fuori dagli schemi, lo disturbava non poco, forse addirittura recando seco uno psicosomatico dolore al basso ventre. Potevo io, davanti ad un pagnottone piagnucolante e pallido, affrontare codesta situazione con il randello in mano? O ho forse fatto bene a portarlo a casa e farlo svaccare sul divano al fine di risolvere il disturbo e risollevargli il morale? Dovevo forse indagare ulteriormente e costringerlo ad inforcare il paradenti a dispetto delle lacrime e della mano sul pancino? Ammetto che l’indisposizione, intorno alle 18, ha abbandonato il corpo di PuffoPiccolo, lasciandolo sereno e leggermente più colorito, facendo quindi propendere la Sottoscritta più per la versione magagnosa dell’episodio. Ciononostante chi mi dice che il mal di pancia, vero, una volta tranquillizzatosi e rilassatosi non sia passato fisiologicamente e che, pertanto, non si sia trattato di una mera bugia macchinosa ma di un reale verificarsi di smottamenti intestinali ? Ai posteri l’ardua sentenza. A voi, cari amici che viaggiano su queste pagine, la domanda che mi attanaglia ? Costringere e mantenere una linea dura, alla GrandePuffo, o lasciar correre, chè di palle da pelare ne abbiamo già parecchie, alla Sottoscritta style ?