operazione Babbo

Anche quest’anno, come lo scorso anno, si pone il dilemma di Babbo Natale. Quanto accaduto con PuffoMedio, che l’anno scorso frequentava la seconda media, ha lasciato stralci di tristezza e nostalgia nella Sottoscritta ed è rimasto, nella storia, come il peggior intervento materno mai effettuato. Giusto per riassumere, nel 2018, poco prima del periodo decretato come ante Natale, la Sottoscritta ha chiesto, con grandissima delicatezza, a PuffoMedio, come si ponesse nei confronti di Babbo Natale, ricevendo, per tutta risposta, due occhioni lucidi scoppiati poi in un pianto irrefrenabile. PuffoMedio, pur conscio di essere assolutamente fuori sincro rispetto alla totalità dei suoi coetanei, credeva o voleva credere strenuamente nell’uomo vestito di rosso. La Sottoscritta, presa alla sprovvista in quanto già convinta di dover dare spiegazioni plausibili in merito ad anni e anni di “bugie”, ha invece dovuto consolare un PuffoMedio sconvolto dalla presa di coscienza di una magia purtroppo finita. Me la sono cavata citando il bellissimo film “Le cinque leggende” e confermando ad un PuffoMedio non del tutto rincuorato, che Babbo Natale è una delle meravigliose magie che i bambini portano con sé fino al momento in cui decidono, da sé, di voler diventare grandi e di credere in altre magie. L’operazione Babbo Natale 2018 pare non aver portato strascichi negativi e PuffoMedio ha tenuto botta garantendo un silenzio omertoso con PuffoPiccolo. E qui arriviamo all’argomento del post di oggi, ovvero, PuffoPiccolo e Babbo Natale. Forte dell’episodio dell’anno passato, ho deciso che non sarei entrata a gamba tesa sul discorso ma che avrei posto semplicemente una domanda aspettandomi qualsiasi genere di risposta. Pertanto, alla domanda: come sei messo con Babbo Natale, mi aspettavo sinceramente che, l’anzianotti PuffoPiccolo rispondesse dall’alto dei suoi undici anni e del suo proverbiale pragmatismo confermandomi che la magia fosse purtroppo finita. E invece noooooo. PuffoPiccolo, pur consapevole di essere ormai un fragile baluardo in mezzo alla disillusione dei suoi amici e compagni, ha comunicato, ad una Sottoscritta in bilico tra la commozione e l’incredulità, che Babbo Natale per lui esiste eccome, e che a lui non interessa se gli altri non ci credono più. Se dovessi stare ad ascoltare i commenti sarcastici e lapidari di GrandePuffa, dovrei prenderlo nuovamente da parte e sparare la bomba al vetriolo spiegandogli che è troppo grande per la magia e che deve lasciare il posto ai bimbi più piccoli, ma, cuore di mamma, la Sottoscritta piuttosto che abbattere quest’ultimo barlume di piccolezza, si farebbe tagliare i capelli a zero per poi dipingersi il cuoio capelluto d’azzurro. GrandePuffa continua a sostenere, così come fece lo scorso anno con la questione PuffoMedio, che a undici anni Babbo Natale debba essere mandato in pensione. Ce lo asfaltano mamma, ripete in continuazione, convinta che i maligni possano prendere di mira il fratello e bullizzarlo in qualità di sfigato che ancora crede alle favole. La Sottoscritta, nonostante si renda conto che, effettivamente, in prima media Babbo Natale possa realmente essere destituito dal ruolo, proprio non riesce ad essere la mittente di un messaggio tanto terribile, e, inoltre, crede che PuffoPiccolo se la cavi egregiamente con eventuali bulli, lui che, quando le parole si esauriscono o esauriscono la loro efficacia, parte in direttissima con un bel colpetto di gomito e chi si è visto si è visto. Credo fermamente nella magia e l’idea che, prima o poi, più prima che poi, immagino, tutti e tre i Puffi archivino l’uomo dalla barba bianca nel cassetto recondito delle belle favole finite, mi intristisce così tanto da farmi venire il classico magone con il barbello tremolante. L’unica, infinitesimale nota positiva nello scardinarsi definitivo e generale della meraviglia del Natale, potrebbe essere unicamente la fine delle richieste esorbitanti e assurde motivate dal dogma, sempre ribadito dalla Sottoscritta, che i regali Babbo Natale li costruisca insieme ai folletti e che, quindi, nessun regalo e nessuna pretesa sia impossibile. Effettivamente, da quando PuffoMedio e GrandePuffa hanno smesso di credere in Babbo, la letterina, che si fa comunque per una questione di comodità genitoriale e familiare, riporta molte meno voci e, ancor meglio, richieste più abbordabili dal punto di vista economico. Nei prossimi giorni ci metteremo di buzzo buono con le letterine, spero di non dover smentire quanto appena scritto.