La palette

Oggi, con delle colleghe, in pausa pranzo, si parlava di colori. Per la precisione, si parlava di palette, ovvero di quella gamma di sfumature che, a seconda dell’incarnato, dei capelli e degli occhi e di tutta una serie di cose che non so assolutamente e che quindi evito di sciorinare, si addicono, più di altre, a ciascuno di noi. Premetto che, genericamente, la maggior parte delle donne indossa il nero come divisa ufficiale, nemmeno facessimo tutti parte dei nerboruti All Blacks. Il nero, si sa, snellisce, rende piacevolmente elegante e fine quasi qualsiasi outfit e, soprattutto, genera molto meno sbattimento di abbinamenti vari rispetto a tutti gli altri colori. Ultimamente, oltretutto, questa tonalità è diventata di gran moda anche in quei periodi dell’anno in cui, preferibilmente, ci si veste leggermente più vivaci, almeno per quanto riguarda i colori. Il nero non sbaglia mai, che sia giorno, orario di aperitivo, o una gagliardissima serata, il nero non tradisce e garantisce quell’aria tra il sofisticato e il rockettaro a cui tutte, chi più chi meno, ambiamo. Il nero sta bene alle more, alle bionde, alle rosse, a quelle che hanno i capelli indefiniti, persino a quelle con la carnagione pallida come gli zombies, chè, dopotutto, ci sta nel personaggio e crea pure quell’effetto scary movie che non guasta mai. Il fratello più chiaro del nero, che qui chiameremo grigio topo, invece, comincia ad essere un problema. Il grigio, credetemi, sta bene alle fighe di Parigi e basta. Se la mattina, quando ti alzi e ti guardi nello specchio, la prima parola che ti viene in mente è AH PERO’, pronunciata con connotazione positiva eh, allora stai sicura che potrai uscire anche vestita da ratto che nessuno se ne avrà a male. Ma, e questo ma è bello grosso, se quando ti alzi, la mattina, ti guardi allo specchio e quello che vedi non ti piace più di tanto e per riuscire ad essere un tantino presentabile ti occorrono almeno quindici minuti di maquillage, ecco, allora, ascolta me che stai serena, cambia subito idea e non indossare il griggio pantegana. Personalmente indosso il grigio quasi esclusivamente come tenuta da casa, tipo maglietta di Tezenis sdrucita ai bordi e risalente al 1979, oppure, maglioncino consunto dei tardi anni ’90 che, in occasione di una sortita sul balcone a fumare una sigaretta fa sempre comodo perchè tiene un gran caldo. Il cugino di primo grado del nero è il conturbante blu e, lasciatemi fare una precisazione d’obbligo, stiamo parlando di un bel blu navy scuro e non di quei blu elettrici che andavano quando cantavano i Roxette e poi, Dio grazie, sono stati relegati ai negozi di fuffa dove vendono solo roba sintetica. Il blu, difficile da abbinare ma non troppo, troppo spesso destinato a periodi primaverili, ha invece un grande effetto anche d’inverno, abbinato anche ad un bel marrone, ad un jeans, e, perchè no, persino al cugino nero che, si sa, si abbina anche alle cotolette impanate. Per parecchi anni ho diffidato da questa tinta, convinta che il nero mi si addicesse di più anche perchè più facile da gestire, ultimamente, anche se ancora non così frequentemente, ci provo a mettermi qualcosa di blu e devo dire che non sono proprio da buttare nel cesso. Abbiamo poc’anzi accennato ad un colore che, nelle sue accezioni negative potrebbe diventare una arma a doppio taglio ma, se utilizzato con parsimonia e un tantino di furbizia, può regalare effetti di insperata eleganza retrò: il marrone. Sia chiaro, per l’amore del cielo, che non si pensi al marrone slavato dei pigiami dei nonni o, ancor peggio, al marrone scuro dei maglioni infeltriti delle sciure che puliscono il marmo dei loculi al cimitero eh, vade retro, parliamo di un bel marrone carico di quel pizzico di serietà che si deve cercare in un colore che, con il suo calore, può essere tranquillamente sfruttato sia nei mesi freddi che in quelli caldi. Un vestito marrone e un paio di sandali alla schiava sono il top del top sull’abbronzatura. Blu e marrone: abbinamento straordinario, basta avere il coraggio di metterli insieme senza sembrare un divano letto. Vorrei evitare come la peste il capitolo beige, unicamente perchè, ne ho la certezza, quando indosso qualsivoglia abito beige, sembra che io abbia appena vomitato il pranzo, la colazione e anche un pochino di bile. Lasciamo perdere. Sta molto bene alle fighe di Parigi però, cappotto cammello consigliato a chiunque si senta la figaggine addosso. Per conto mio, punto su un evergreen nero ed evito l’effetto Biochetasi. Passiamo al verde e ricordiamo un detto che recita più o meno così: chi di verde si veste, di sua beltà è sicuro. Ecco, parliamone, c’è parecchia gente che si veste di verde e, purtroppo, somiglia in modo inquietante ad un aiutante di Babbo Natale. Bisogna usare alcune accortezze che non guastano mai, ovvero: mai abbinare il verde al rosso per evitare di sembrare uno gnomo da giardino. Mai abbinare il verde all’arancione, anche se consigliatissimo da non so chi, si finisce per essere scambiati per un flacone di detersivo dei piatti e non è piacevole. Il verde è un colore meraviglioso, sta bene alle bionde, alle rosse sta da dio e alle castane dipende da che faccia hai. Se sei una figa di Parigi vai tranquilla che ti sta bene pure il verde ramarro. Io vesto raramente di verde e, quando mi capita, preferisco un verde scuro, tipo abete, smeraldo, o come diavolo si chiama (da piccola li sapevo tutti perchè avevo i Caran D’ache, poi sono diventata povera e ho perso dimestichezza con le sfumature), avendo gli occhi tendendi al verde, checchè se ne dica, devo dire che non mi sta così male. Tralascerei nuance tipo turchese, tiffany e quelle robe lì perchè sinceramente a parte per bomboniere, contenitori di urine e accessori della Barbie, non riesco ad accostarmi a questi colori se non in piena estate, momento in cui si può osare un pò tutto perchè la figaggine è con noi più che in inverno e l’abbronzatura e la spavalderia del caldo ci fa sembrare tutti più belli e arditi. Di simile tipologia ma di altro genere a livello di abbinamento è il rosa. Abbiamo svariati tipi di rosa, si passa dal rosa Big Bubble, al nude, al rosa antico, che ritengo stia bene solo a pochissimi eletti, per finire al fucsia che nonostante a volte mi capiti di utilizzare, ritengo mi stia davvero di merda e pertanto evito più possibile. Il rosa chiaro si può azzardare anche se non ti senti Sandy di Grease, magari senza esagerare con gli accostamenti e utilizzando un rossetto chiaro e non esageratamente acceso per scongiurare l’effetto marshmallow. Il nude è il classico colore della borghesia e, appena te lo metti addosso ti senti automaticamente molto Jackie Kennedy, tanto che ti viene quasi da infilarti un cappellino con veletta e salutare come i reali inglesi. Il gemello diverso del rosa è il rosso, colore difficile da sfoggiare senza finire irrimediabilmente per apparire zoccoleggianti o pericolosamente sciatti. Da evitare le sfumature carminio e affini, cappucci e mantelline. Diffido dal rosso, rossetto a parte, che uso come accessorio di bellezza per sentirmi meno cessa, ma, se proprio mi capita di infilarmi qualcosa di questo colore, devo dire che ho subito la sensazione che danno le giornate soleggiate e ventose, un bel pizzico di brio che ogni tanto fa bene provare. Facente parte della tavolozza dei primari ecco l’esuberante giallo che consiglio esclusivamente d’estate o, laddove regni incontrastata una figaggine paurosa. Titti è fighissimo ma è un cartone animato, stiamone lontani, almeno quando il colorito è ancora tendente al verde rame. L’ocra, cugino del giallo e fratello del beige, è tornato a far parte dei colori di gran moda quest’anno, nelle sue svariate sfumature di senape e color uovo marcio è un colore a cui non posso accostarmi, per lo stesso motivo per cui aborro il beige. C’è chi sta benissimo, tipo la mia amica L., ma sono casi più unici che rari, credetemi. Ultimo, perlomeno in questa disquisizione, il meraviglioso e soave bianco che dona a tutti e sta di merda a chiunque, a seconda del lato da cui si guardano le cose. Vestirsi di bianco è una grande sfida, con sè stessi e con il mondo, azzardare un outfit da gelataio che possa rendere speciali quanto Angelina Jolie è una missione che, almeno una volta nella vita, occorre affrontare. Qualche mese fa ci ho provato e a tratti la figaggine si impossessava di me, perlomeno all’interno, in altri momenti invece avevo il timore di incontrare un sacerdote che mi volesse infilare in bocca un’ostia in occasione della mia comunione. Lo indosso d’estate, quando sono abbronzata e anche se sono struccata non somiglio a Nosferatu. In quel caso mi ci sento anche bene, anche in total white. D’inverno, invece, è preferibile un capo alla volta e una seduta di make up mattutina di almeno dieci minuti (occhio al fondo tinta che macchia).

Insomma, eccoci qui, a sfoggiare spesso e volentieri un colore non colore che ci fa sentire bene e ad evitare come la scabbia sfumature che magari ci renderebbero affascinanti e luminose. La mia amica A., spero molto presto, mi fornirà la palette che più si addice al mio incarnato, capelli, occhi e tutta quella serie di robe che non so cosa siano ma che fanno un insieme di caratteristiche che definiscono la tua tipologia e i colori che ti stanno sicuramente bene. Spero vivamente che il beige non sia tra questi, altrimenti preparatevi alla faccia da vomito.