la questione quattro zampe

Qualche anno fa, la Sottoscritta e GrandePuffo acquisirono, da un’amica che per ragioni di sovraffollamento non se ne poteva più occupare, due gatti persiani di rara bellezza. La Sottoscritta, proveniente da una famiglia di dimensioni ridotte che, nel tempo, aveva aumentato il numero di componenti grazie all’adozione di gatti e cani, era abituata ad avere animali in casa, GrandePuffo, proveniente da una famiglia numerosa che per anni aveva avuto un cagnolino micro ed isterico (questo è quanto dai racconti di GrandePuffo), non aveva visto di buon occhio l’ingresso di ben due felini nel nostro nucleo famigliare ancora esiguo. I gatti, consapevoli dell’avversione dimostrata da GrandePuffo, lo avevano eletto quale membro favorito della famiglia, snobbando senza ritegno la Sottoscritta e piazzandosi, in ogni momento e ad ogni occasioni, letteralmente sotto il naso di colui che, risaputamente e palesemente, li schifava senza preoccuparsi minimamente di mascherarlo. Per non ricordo quali ragioni i due felini, ad una certa, non hanno più fatto parte dell’allora piccola squinternata famiglia e gli equilibri erano rientrati nei range di normalità ed umanità esclusiva tanto amati da GrandePuffo. Qualche anno dopo la Sottoscritta ci aveva riprovato, sempre in condizioni di non figliolanza, e un cane dalle enormi dimensioni, millantato come labrador ed in realtà maremmano, aveva fatto il suo ingresso nella nostra nuovissima e luccicante casetta. Per evitare discussioni e tutta una serie di TE L’AVEVO DETTO, la Sottoscritta, in pausa pranzo, correva a casa come una psicopatica a sistemare tutti i disastri provocati dalla bestia bianca e, la sera, mentiva spudoratamente ad un GrandePuffo dallo sguardo truce, affermando che il cane era stato bravissimo. All’ennesimo danno che la Sottoscritta non era riuscita ad occultare, GrandePuffo aveva deciso delle sorti della bestia senza consultare la Sottoscritta, destinando, la belva, a terzi. A figliolanza completa, quindi all’incirca cinque anni dopo l’episodio del cavallo dalle sembianze di cane, o viceversa, la squinternata famiglia, ha deciso di accogliere tra le fila del nucleo già abbastanza cospicuo, un animale amato soprattutto dalla Sottoscritta: un basset hound di mille chili dall’odore discutibile di nome Zaccaria. Per una serie di sfortunati eventi, la famiglia, al completo, munita di cane, aveva fatto ritorno dalla montagna a casa, un viaggio di all’incirca tre ore, con Zac sdraiato sotto i piedi dei bambini che, all’epoca, ancora ciondolavano teneramente e quindi non intaccavano lo spazio vitale dell’animale. L’abitacolo, invaso dalla puzza nauseabonda del quadrupede, era diventato una sorta di camera iperbarica nella quale, PuffoPiccolo, che all’epoca era lievemente allergico al pelo del cane, aveva sofferto le pene dell’inferno. Parentesi: PuffoPiccolo, dalla nascita ai sei anni, ha avuto problemi di ogni sorta relativi ad intolleranze ed allergie che gli causavano bronchiti asmatiche “mortali” grazie alle quali per due anni ha assunto antibiotici ogni due settimane e fischiato come un trenino a vapore. Nell’era di Zac la questione dell’allergia al cane era ancora del tutto sconosciuta e il fischio prodotto dai suoi polmoni ogni volta che il cane si trovava nelle sue vicinanze era per noi solo uno degli ennesimi sintomi dei suoi disturbi e della sua “malattia”. Zac era un amore, il cane ideale, dolcissimo, ubbidiente, docile, giocherellone, fatto salvo per il problema delle orecchie penzolanti, ricettacolo di ogni genere di luridume. Per farla breve, spinti dalla pediatra e da un periodo di aerosol ed amoxicillina da fare invidia ad un tisico, abbiamo dovuto, nostro malgrado e a malincuore, espellere Zac dalla nostra vita. La questione cane è stata più volte affrontata, ripetutamente richiesto come regalo di compleanni, cerimonie religiose, ricorrenze importanti, è diventata il leit motiv di ogni conversazione a pranzo e a cena sino a che, un bel giorno, GrandePuffo ha promesso all’intera famiglia, che, una volta raggiunto il traguardo delle scuole medie per tutti e tre i Puffi, avremmo potuto realizzare il loro sogno. In prossimità del traguardo, ovvero poco più di un anno or sono, GrandePuffo ha ritrattato. I Puffi hanno insorto e reclamato, discusso e recriminato, accusato GrandePuffo di non essere un uomo di parola. Nulla da fare, la questione cane è stata nuovamente archiviata a data da non destinarsi. Qualche mese fa, PuffoPiccolo, per la sua cresima, ha chiesto Black, il cane dei nonni, come unico desiderio. Black non è mai arrivato: GrandePuffo ha posto un divieto grande come il Pirellone e la squinternata famiglia è ancora senza cane. Ieri sera, per la milionesima volta, PuffoMedio e GrandePuffa hanno sollevato l’argomento, la Sottoscritta, ormai abituata a fare da materasso dei pugni, ha cercato di mantenere un basso profilo non intervenendo nella discussione il cui esito, le è già più che conosciuto. Ho solo accennato, con gentilezza e candore, ad un’alternativa sempre a quattro zampe ma un tantino meno impegnativa di un cane: il gatto. Uno spiraglio di luce pare essersi aperto nel cuore granitico di GrandePuffo, occorre attrezzarsi , sondare il terreno e non insistere, lavorare sotto banco, organizzare e portare avanti un progetto che lo soddisfi. A tal proposito: avete mica un gattino a disposizione, a gratis, cucciolino, da fornirci post festività natalizie?