La regina della famiglia

Da più di quindici anni sono la regina della famiglia, colei a cui tutti, indistintamente, si rivolgono per qualsiasi bisogno. Da: dove vanno le mutande, dove sono i pantaloni, cosa mangiamo a pranzo, cena, colazione, accompagnami qui, lì… sino a questioni ben più spinose, da trattare con i guanti e per le quali ci vorrebbe un vero e proprio manuale di istruzione che, alla nascita dei figli, nessuno si premura di consegnarti. L’indispensabilità di una madre è un dato di fatto, un dogma, un’imprescindibile principio su cui si fonda, da secoli, il concetto di famiglia. Perché diciamocelo, la famiglia è un’industria perfettamente funzionante quando una donna ne assume la direzione. Una madre che lavora e che non si occupa h24 della casa e dei figli, è come un magnate dell’industria part-time, con tutti gli annessi e connessi del caso. Rincasare, dopo le canoniche ore lavorative e ritrovarsi milioni di cose da fare, è una certezza tanto sfiancante, quanto meravigliosa. Perché, lo so io e lo sappiamo tutte, sapere di essere utili e nella maggior parte dei casi insostituibili, è fonte di perenne stress, ma, al contempo, di enorme gratificazione. Sapere di avere un potere di questo tipo è paragonabile all’essere onnipotenti. Non importa se ci sono giorni in cui vorresti che i tuoi figli si tramutassero in una mandria di lama, o, ancor meglio, in un esercito di pesci pagliaccio, perché, parallelamente, ci sono altri momenti in cui sapere di essere l’unica depositaria di necessità e bisogni, è una manna per il cuore, per l’autostima, per la propria crescita personale. Prima di avere tre figli ero una persona insicura, con un’autostima grande quanto una merdina di cimice, non è che ora io sia diventata una Lady Gaga della Brianza, anche no, ma alcune sicurezze acquisite nel tempo, derivano proprio dalla consapevolezza di essere la dispensatrice ufficiale di tutto quello di cui la mia famiglia necessita. Ma domani? Cosa succederà quando tutti avranno trovato il loro posto nel mondo? Cosa accadrà alla Sottoscritta quando mutande, calzini, pantaloni, pranzi e cene, non dipenderanno più esclusivamente da me? Sarò ancora così forte? Sarà ancora così pieno il mio mondo ? Ricordo i tempi in cui ho iniziato ad abbandonare il nido, quando le ore passate fuori casa erano di gran lunga maggiori rispetto a quelle trascorse sotto lo stesso tetto di mia madre. Come si sarà sentita? Quanto sarà diventato grande il silenzio? Mi viene spesso da domandarmi se sono quella che sono solo perché intorno a me ci sono tante cose da fare, tante persone a cui badare, tante, tantissime esigenze altrui a cui far fronte. Sarò forse una persona meno ricca ? mi sentirò sola come una regina il cui popolo ha deciso di trasferirsi in un altro regno ? credo proprio di sì. Penso a domani con un misto di angoscia e sollievo, riflettendo sul tempo in cui la casa sarà vuota, in confronto ad ora, in cui nessuno dovrà essere portato da nessuna parte, perché autonomo e patentato, in cui mutande, pantaloni, pranzi e cene, saranno gestite senza chiedere nulla alla Sottoscritta. Anche per questo motivo, spesso, penso ad un quarto Puffo, desiderando di essere nuovamente un contenitore umano, prima, e una mamma koala, poi, con quel marsupio sempre pieno e gongolante, bisognoso di cure, conforto e presenza totalizzante. E anche se qualche giorno fa ho scritto che preferirei avere tre animali in soggiorno, piuttosto che tre adolescenti starnazzanti e fastidiosi, mi ritrovo, oggi, in preda alla solita psicopatia materna, dopo aver passato un weekend intero a guardare filmini di quando i Puffi erano piccolissimi, rimpiangendo quei tempi incasinati e meravigliosi e pensando a quando se ne andranno (finalmente) fuori dai maroni, lasciandomi sola (con GrandePuffo) a desiderare che la casa si riempia ancora di urla, litigi, risate idiote, richieste alienanti, questioni cazzute, domande scomode, impegni improrogabili. La soluzione, temporanea, è indubbiamente quella di smettere di guardare i filmini dei tempi che furono, concentrandomi, piuttosto, sul disordinare, in casa, qualsiasi cosa sia ormai per loro una certezza, così da poter essere, ancora per un bel pò, l’unica depositaria del sapere, l’unica fornitrice di risposte, di qualsivoglia genere, la Regina indiscussa della famiglia.