Un lama, vi salverà la vita

Sento spesso le mamme dei bambini piccoli “lamentarsi” del carico di stress da essi provocato. Bene, non voglio questionare sul livello di affaticamento notturno, sui capricci, sul lavorìo mentale derivante dall’avere uno o più piccoli da accudire, ma voglio semplicemente dare una virtuale pacca sulla spalla a queste mamme incasinate e stanche e dirgli di godersi questi momenti terribili che, col tempo, passeranno e lasceranno il posto a questioni ben più spinose e logoranti. Essere mamma di un piccolo ha i suoi pro e i suoi contro, essere mamma di ragazzini in età adolescenziale, a volte, ha solo un gran numero di contro e, sicuramente, un apporto di stress, preoccupazioni, angosce e cazzi vari che vi faranno rimpiangere amaramente pannolini, levatacce notturne, capricci di portata mondiale e tutto quel corollario di casini che la piccolezza si porta dietro. In questo periodo, che dura da un paio di anni, forse anche tre, e credo finirà tra un bel po’, ho ripetutamente sognato di poter tornare indietro nel tempo, a quando il moccio al naso, la soluzione fisiologica, la cacca fino alla schiena e le occhiaie da panda erano la norma e la regola. Ho anche desiderato, qualche volta, soprattutto negli ultimi tempi, di non aver avuto tre figli, affermando senza troppe remore che, tornassi indietro, mi comprerei tre lama cuccioli al posto di partorire tre figli a distanza di due anni l’uno dall’altro. Il fastidioso risvolto dello sputo dei lama non sarebbe tragico quanto gestire, ammansire, controllare, custodire, sgridare, confortare, palettare, e chi più ne ha ne metta, tre figli dagli undici ai quindici anni. Ho sempre pensato che, una volta diventati grandi, le cose sarebbero diventate nettamente più semplici, che tre marmocchi vicini di età si sarebbero magicamente trasformati in tre ragazzini Disney style e che le mie rughe e i miei capelli bianchi non avrebbero subito un’impennata così rapida. Mi sbagliavo. Dei tre, solo uno non costa fatica e sangue in ambito scolastico, dei tre, solo uno può dirsi non ancora caduto nella rete della psyco adolescenza, dei tre, nessuno, pare avere a cuore la mia stabilità psico-fisica. Tre lama, indubbiamente, non mi costerebbero notti insonni gravate da un’agitazione che nemmeno quando mi svegliavo ogni mezz’ora per allattare. Tre lama, anche scagazzanti e sputacchianti, in un soggiorno senza comfort animaleschi, non comporterebbero un continuo e alienante pensiero. Tre lama, pur sputandomi in faccia a rotazione, sarebbero senza dubbio più amorevoli e comprensivi di tre adolescenti in piena crisi ormonale. Ricordo che mia madre, all’epoca sola e incasinata come pochi, teneva particolarmente all’andamento scolastico della Sottoscritta, risultando spesso più simile ad una versione lombarda e cicciottella della famosa Rottermeier. Forse è per questa reminiscenza che, ad oggi, sono così preoccupata ed esigente per la loro carriera di studiosi. So che non sono i voti a contare davvero, so che, chi prende otto in tutte le materie non necessariamente diventerà un uomo d’affari o una donna potente, così come so, perfettamente, che nemmeno chi ha alle spalle una carriera scolastica disastrosa, per forza di cose andrà in giro a commettere piccoli furti o a lavare i cessi dell’autogrill. Ma questo non mi fornisce alcun tipo di consolazione. Gli strumenti tecnologici in dotazione, parlo di registri elettronici, sono un attacco terroristico ai danni di madri e figli, un pressante e quotidiano alarm che garantisce, ai genitori, un controllo pressochè infallibile dei risultati, positivi e negativi, dei ragazzi, e ai ragazzi stessi, un incubo reale che, tuttavia, non gli impedisce, in alcun modo, di fare le stesse identiche minchiate che si facevano ai miei tempi, senza alcun tipo di registro elettronico. Raccontare una palla clamorosa per un voto brutto, omettere l’informazione, studiare giusto giusto per strappare un sei alla penna del prof, pompare un voto di merda tramutandolo in un voto accettabile, sostenere che una verifica sia andata male per tutta la classe, dire LA SO, quando l’unica cosa che si conosce davvero e bene è il titolo in cima alla pagina, sono cose che abbiamo fatto tutti. Certo, in epoche non sospette in cui, il registro era un bel librone su cui si scriveva a mano e che non veniva visualizzato da nessuno se non dal personale scolastico. La presa per il culo, la leggerezza nello studio, la faccia di merda di chi, colto in fallo, crede di farla comunque franca anche di fronte alla schiacciante evidenza, la nota presa per un comportamento che nemmeno una scimmia delle Cornelle, il cadere dalle nuvole di fronte ad una sgridata, sono tutte cose che mi fanno venire una tremenda voglia di lama. Il lama non parla, non discute, non recrimina, non deve studiare, non prende note, né brutti voti, non si dimentica di studiare o di raccontarti come è andata un’interrogazione per evitare di essere messo in castigo. Un lama sputa, e basta, forse fa anche i suoi bisogni in giro per casa, ma cos’è un cumulo di cacca da raccogliere con un sacchettino e una palettina più volte in una giornata, in confronto alla faccia di merda di tuo figlio quando, mentre gli stai facendo una paternale meritatissima, ti guarda come se fossi appena caduta dal cielo in sella ad un unicorno ? Per concludere, mamme di bambini piccoli, sappiate che, volenti o nolenti, convinte o non convinte, stanche o riposate, rimpiangerete i tempi delle caccole spiacciate sul divano, della pastina sputata sul seggiolone, dei pannolini rotanti, della tosse catarrosa, delle nottate da incubo totalizzanti due ore di sonno, dei capricci al supermarket, davanti a vecchiette inorridite, del vesti/svesti per una pipì che si poteva fare a tempo debito, del NO, a prescindere, delle fughe infantili in mezzo alla strada che vi costeranno ripetuti infarti, degli oggetti scagliati in ogni dove, dei giocattoli da raccogliere la sera, disseminati in ogni angolo, quando l’unico desiderio sarebbe quello di sdraiarsi e svenire. So che è dura, ma non avete un’idea di quanto sarà dura più avanti, quindi, sopportate e gioite, delle piccole meraviglie che ancora vi stringono la manina senza guardarvi come se foste delle stronze apocalittiche. Godetevi gli sguardi ammaliati, le coccole disinteressate, persino il MAMMA ripetuto miliardi di volte in sole due ore. E, nel caso in cui non siete ancora mamme, sappiate che un lama, vi salverà la vita.